O Capitano! Mio Capitano!

O Capitano! Mio Capitano!

O Capitano! Mio Capitano! Il nostro viaggio tremendo è terminato, la nave ha superato ogni ostacolo, l’ambìto premio è conquistato, vicino è il porto, odo le campane, tutto il popolo esulta, 
occhi seguono l’invitto scafo, la nave arcigna e intrepida;
 ma o cuore! Cuore! Cuore! 
O gocce rosse di sangue, là sul ponte dove giace il Capitano, 
caduto, gelido, morto. O Capitano! Mio Capitano! Risorgi, odi le campane; risorgo – per te è issata la bandiera – per te squillano le trombe, 
per te fiori e ghirlande ornate di nastri – per te le coste affollate, te invoca la massa

Non avvicinarti alla mia tomba piangendo, non ci sono, non dormo li. Io sono come mille venti che soffiano, io sono come un diamante nella neve, splendente, io sono la luce del sole sul grano dorato, io sono la pioggia gentile dell’autunno. Quando ti svegli la mattina tranquilla, sono il canto di uno stormo di uccelli. Io sono anche le stelle che brillano mentre la notte cade sulla tua finestra. Perciò non avvicinarti alla mia tomba piangendo, non ci sono. Io non sono morto - Canto Navajo

Canto Navajo

Ho acceso un lume, stasera, e l'ho messo alla mia finestra. Ho acceso un lume per rischiarare le lunghe notti di questo freddo inverno, perchè sia una tremula fiamma di speranza scorgendolo da lontano. Ho acceso un grande lume per i bimbi mai nati, e per quelli offesi dalle prepotenze dei grandi, così sapranno che c'è qualcuno che li potrà proteggere e amare. Ho acceso un lume per te, mamma, e per voi, miei cari, che mi amate ormai da lontano, perchè sappiate che è sempre vivo in me il vostro ricordo. E ho acceso un lume per Te, amore mio lontano, per guidarti nella via del ritorno, e perchè tu sappia vedendolo, che qui, dietro la finestra col lume acceso, c'è il cuore della tua donna che ti sta aspettando. - Estratto di una poesia trovata su internet - Autore - Dolceluna

Ho acceso un lume

Amami, ma non fermare le mie ali se vorrò volare… Non chiudermi in una gabbia per la paura di perdermi… Amami con l’umile certezza del tuo amore ed io non andrò via… E se sarai con me… io ti insegnerò a volare… E tu mi insegnerai a restare. - Preghiera Indiana

Preghiera Indiana

Il mito della «lampada perenne»

Si tratta della lampada inestinguibile, perenne, perpetua di cui parlano numerosi viaggiatori dell'antichità, di vari popoli, che riferiscono d'averla vista qua e là, in deserti, grotte, sacelli, santuari, sepolcri. Il caso più noto riguarda la scoperta della tomba di Tulliola, la figlia di Cicerone, avvenuta a Roma nel 1540: nel sepolcro si trovò una lampada accesa la quale si smorzò poco dopo l'apertura del sacello. Simili leggende si narrano anche riguardo all'apertura di tombe di Santi, soprattutto Sante in quanto la lucerna è connessa alla femminilità e alla sua permanenza nella casa della quale è l'anima e la fedele custode.

Significato simbolico delle candele: a cosa servono e come utilizzarle

“ ...la fiamma che traballa al minimo alito di vento, sempre si raddrizza. Essa diventa dunque l’immagine stessa della vita eterea, della fiamma spirituale che s’innalza verso il Cielo. Equiparata alla forza dello spirito e alla luce, la fiamma assume naturalmente il significato principale d’illuminazione.” (Gaston Bachelard) Il fuoco è uno dei quattro elementi più utilizzati in ambito spirituale e religioso. In particolare le candele vengono accese per stabilire un legame con il divino, aprendo un passaggio tra il mondo terreno e quello invisibile. La candela è infatti portatrice di luce e la sua fiamma splende sia sul piano fisico

Che cos’è un ricordo?

“…E mi chiesi se un ricordo fosse qualcosa che hai o qualcosa che hai perduto”. (Woody Allen) “Accumulare bei ricordi, non è forse la sola cosa che possiamo fare nella vita?” (Banana Yoshimoto) Il ricordo è qualcosa che ci appartiene o che è svanito. Quanto ha di reale e quanto di immaginazione? E’ positivo per essere accaduto o negativo per esser finito? Potremmo considerarlo il miglior regalo lasciato da un momento indimenticabile ma è altrettanto vero che è triste ricordarsi di un avvenimento che non potrà ripetersi. A tutti questi interrogativi non è ancora stata data una risposta convincente perché

Il sorriso di chi non c’è più sarà il nostro ricordo migliore

Il segreto per conservare vivido il ricordo di chi non c’è più sta nell’evocarne il sorriso. Questo genererà sentimenti positivi che, seppur punteggiati di tristezza e malinconia, ci aiuteranno a non rendere sbiadito il suo ricordo. Dobbiamo però accettare l’impossibilità di abituarsi alla morte delle persone a noi care. Ogni perdita ci metterà a dura prova, costringendoci a ricorrere alle nostre risorse personali per riuscire a sopportare la situazione. Congedarsi da chi non c’è più è un processo che non termina mai con un addio, bisogna affrontare la mancanza come fosse un processo continuo. Per riuscire ad “accettare la morte

La memoria e il ricordo

“Colui che possiede un ricordo è più ricco che se possedesse tutto il mondo. (….)Vivere nel ricordo è il modo più compiuto di vita che si possa immaginare; il ricordo sazia più di tutta la realtà, e ha una certezza che nessuna realtà possiede. Un fatto della vita che sia ricordato, è già entrato nell'eternità, e non ha più alcun interesse temporale.” Soren Kierkegaard Il ricordo, spiega il filosofo Soren Kierkegaard nell'opera “In Vino veritas”, non è la memoria. Il vecchio, ad esempio, perde la memoria e la facoltà di immagazzinare dati recenti ma gli resta qualcosa di profetico e